George Orwell & John Steinbeck

Pietro Svetlich
3 min readMar 16, 2021

Nel 1933 George Orwell pubblica “Down and out in Paris and in London” nel 1940 John Steinbeck pubblica “Grapes of wrath”.

Ci sono somiglianze notevoli tra i due autori che analizzano la loro società e le disparità causate dalle leggi e dalle consuetudini della loro epoca.

A sinistra George Orwell e a destra John Steinbeck

Il lavoro fatto dai due scrittori avanguardisti, può essere usato per capire meglio la situazione attuale. Tom Joad, uno dei protagonisti di “Grapes of wrath” e George Orwell che in prima persona narra la sua vita di fatiche a Parigi e poi a Londra nel 1929 mostrano i limiti del capitalismo europeo e americano nei primi trent’anni del Novecento. Ai nostri giorni si evidenzia di nuovo una crisi della società americana con troppe disparità tra i cittadini; non tutti gli americani possono perseguire i loro sogni.

Il piano “America relief” va nella giusta direzione? Può essere paragonato al “New deal” di Roosevelt che fu bloccato in parte dalla Corte Suprema perchè eccessivamente socialista? Anche in questo caso, in soli quattro anni siamo passati dall’euforia di “America first” che pareva voler togliere, anzi dover solo liberare il “Prometeo Incatenato” a un piano che deve dare sollievo a chi è stanco e sofferente. Quanto tempo servirà per avere di nuovo crescita strutturale?

Bing Crosby

90 anni fa gli “Okies” furono incitati ad andare verso Ovest per cercare lavoro e una vita migliore, dopo che avevano occupato le terre del Midwest per lavorare e avere una vita migliore. In California trovarono il disprezzo di chi c’era già e si sentiva minacciato (non i nativi americani bensì altri americani) e un sistema economico che cercava tante più teste possibili per tenere basso il costo del lavoro; era chiamata “Economia classica” ed era sia legge che consuetudine. Le perplessità di Steinbeck riguardo al “monetarismo” e alla sua efficacia sono espresse molto bene a pg 221 dell’edizione Bompiani di “Grapes of wrath” : un nichelino che ha avviato la musica nel juke box, ha fatto cantare Bing Crosby e suonare la sua orchestra, ha effettivamente portato a compimento un lavoro. C’è stata una reazione al suo impiego. Tutto il denaro che gira in questa economia porta frutto, aiuta a dissodare altra “terra” e a renderla fertile, facilita la creazione di posti di lavoro o finisce in piattaforme di trading online? Come sarà usato il denaro del piano “Relief America”?

George Orwell invece parla nel dettaglio dei “vagabondi” inglesi e di chi svolgeva lavori pesanti e inutili come i “plongeurs” parigini. L’autore inglese alla fine del suo vissuto nelle due capitali europee trae delle conclusioni che a distanza di 90 anni restano ancora valide: offrire istruzione alla popolazione, creare opportunità di lavoro, evitare “furberia pratica”. In Francia, Orwell trovò la dimostrazione che tutti gli uomini sono uguali, nel suo pessimismo evidenziò come fossero tutti plebei, pochi ricchi che per ignoranza facevano costruire “fabbriche di noia” e molti poveri costretti a lavori massacranti per costruire e mantenere queste opere inutili. Nella seconda parte Orwell torna a Londra e racconta dei cosidetti “vagabondi inglesi” che erano una discreta parte della popolazione bloccata in una situazione di disagio mentre lo Stato, anzi l’Impero preferiva non occuparsene. Concludo con una ipotesi riguardo al significato del cognome JOAD. Il libro di Steinbeck trabocca di simbolismi e l’antico e il nuovo testamento vengono adoperati ampiamente; Tom Joad, alla fine del libro, saluta la sua famiglia affermando che lui ci sarà sempre, ogni volta che sarà commesso un sopruso ai danni di un cittadino, mi chiedo se JOAD possa essere l’equivalente dell’INRI apposto sopra la testa incoronata di spine di Gesù. Uno definito “Iesus Nazarenus Rex Iudeorum”, l’altro “Jesus of Oklahoma Americans Defender”.

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